Tutto può servirci nelle opzioni binarie per cogliere le particolarità di un trend che tendono a reiterarsi secondo una certa legge. Chiaramente, non ogni tipo di asset si caratterizza di tale regolarità, ma quei sottostanti che lo prevedono contengono informazioni interessanti che possiamo trarre dai prezzi.
Perché la teoria delle onde di elliott, allora, non è molto citata nelle opzioni binarie, in cui si fa gran parlare di candele giapponesi, analisi tecnica, medie mobili, oscillatori, stocastici? Per un semplice motivo: tali caratteristiche vanno colte in un orizzonte di medio/lungo periodo, prospettiva che può essere adottata anche per le binarie.
Spieghiamo meglio tale teoria
Viene detta “teoria delle onde”, in quanto il nostro principale elemento di valutazione è rappresentato dalle onde del mare e dalle maree che ripercorrono, in tutto e per tutto, i trend del mercato, in determina specifici casi.
Quello che è richiesto, affinché la teoria possa essere applicata, è innanzitutto la forte liquidità dei mercati, cosa che è molto frequente per le valute forex. Quindi, inadeguato tale approccio sarà per tutti quei settori poco efficienti e poco fluidi in cui il mercato è fortemente “dimensionato” nelle sue componenti di domanda e di offerta.
Cosa ha fatto Ralph Nelson Elliott, il creatore di tale corpus teorico? Ha semplicemente suddiviso i trend di mercato in vari spezzoni o micro-onde, cogliendone delle informazioni essenziali per carpire cosa faranno i mercati in futuro.
Le fasi cruciali del mercato prendono il nome di:
- Accumulazione: E’ la fase iniziale del mercato, in cui si concentra il volume di contrattazione
- Accelerazione: Il trend si caratterizza in modo più marcato e segue il lato dominante del mercato, la domanda (accelerazione crescente) o l’offerta (decelerazione decrescente)
- Distribuzione: E’ la fase finale del trend ciclico in cui il mercato finisce per consolidarsi attorno ad una “banda” di prezzo.
Nel riquadro seguente, potete notare un esempio di dinamica dei prezzi compatibile con le regole di Elliott che ora vedremo in sintesi:
Qui potete notare una serie di onde espresse da tratti della dinamica dei prezzi (da 0 a 1: 1° onda; da 1 a 2: 2°onda; da 2 a 3: 3° onda; da 3 a 4: 4° onda; da 4 a 5: 5° onda). La prima caratteristica del modello di Elliot è che vi siano 5 movimenti ciclici dei prezzi che possiamo ricostruire con segmenti consecutivi
Cosa richiede il modello di Elliott che venga rispettato?
- La seconda onda è discendente come potete notare sopra e di regola non può varcare il minimo già raggiunto dalla prima onda. Per quale motivo? Ciò che si richiede dal mercato è una certa regolarità ciclica.
- La terza onda deve rappresentare l’apice della dinamica di mercato, e quindi essere più lunga sia della precedente ma anche del complesso dei singoli movimenti ciclici
- Il mercato deve essere in progressione continua. Quindi, la 4° onda registrerà un punto di minimo che non raggiungerà il punto di massimo rilevato all’inizio del movimento ciclico
Non tutti i mercati sono ciclici e ripetitivi. In questo caso, vi proponiamo le quotazioni real time del Dow Jones 30 Futures e come potete ben notare è dubbia la presenza di spiccate caratteristiche cicliche, dato che sono molte i movimenti correttivi o impulsivi che determinano micro-traiettorie continue. Siamo di fronte ad un’evidente incertezza del mercato:
Infatti, come potete notare non vi è una progressione definita del mercato caratterizzata da 5 fasi successive. Proviamo a numerarle comunque nel tentativo di vedere la compatibilità delle regole di Elliot:
Non sono rispettate le regole di Elliott, tanto più che la terza onda dovrebbe essere quella più lunga. Quindi, qui la previsione non può essere applicata. Notiamo anche un ridotto spessore del mercato che in questi orari, per quell’asset specifico, ha ridotta volatilità (Wall Street ha da poco aperto i battenti).
Ma come facciamo a rintracciare i movimenti ciclici del mercato, detti anche impulsivi? Funzionerà sempre come abbiamo visto nel primo riquadro, con la seconda onda che è decrescente? No, possiamo assistere a svariate dinamiche dei prezzi. Tutto dipende da un semplice fatto:
- Tre “onde” seguono il trend dominante o principale
- Due “onde”, invece, seguono una traiettoria secondaria, detta in gergo anche correttiva
- Tra le tre onde, vi è una che è l’apice del movimento e, quindi, porta il mercato ad estendersi. Quindi, non necessariamente dovete ricordare a memoria che la terza onda sarà quella più lunga, dato che potrebbe trattarsi anche della quinta!
Quali segnali possiamo trarre dall’osservazione del modello di Elliott?
Tutto dipende anche dall’ultima onda. Se il movimento è di natura rialzista, l’ultima onda deve continuare il trend ma se si può notare l’incedere del mercato verso livelli più bassi di quelli mediamente raggiunti, allora, dobbiamo intendere che il mercato, di lì a poco, invertirà di rotta.
Di solito, si utilizza costruire un canale che delimita l’area delle onde, congiungendo, in caso di trend rialzista i minimi crescenti, ed in caso di trend ribassista, i massimi decrescenti. Man mano che il movimento varia, si costruisce un nuovo canale.
Ed è sulla base di tali intuizioni grafiche che possiamo prevedere cosa farà il mercato. Se il mercato mantiene forza e reattività, allora, il trend continua ma se il mercato perde il “fiato” per come dire (non predomina più o la domanda in caso di trend rialzista o l’offerta in caso di trend ribassista), allora teniamoci pronti ad un cambiamento di rotta dei prezzi. Chiaramente, dovremo associare tale tecnica ad altri approcci utili, in quel mix con i vari strumenti a disposizione (analisi tecnica, candele giapponesi, oscillatori, stocastici) che ci può aiutare a cogliere, nella giusta tempistica, l’andamento del mercato.
Nella lezione successiva, cercheremo di completare ulteriormente questo nuovo percorso sulle Onde di Elliott che come avete visto ben si adatta anche alle opzioni binarie e, anzi, a tutti quei sottostanti caratterizzati da una notevole forza di mercato. Come per tutti gli approcci metodologici, vi dovete sempre ricordare di mixare le varie tecniche a disposizione, in modo da avere, nel tempo che necessita, tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno per muoverci sul mercato.
E soprattutto non abbandonate mai l’osservazione del mercato e dell’asset perché ogni approccio deve essere adeguato alla realtà che stiamo osservando.