Gli ETF sono strumenti finanziari simili ai fondi d’investimento ma le cui quote vengono scambiate in borsa come le azioni, da cui il nome “Exchange Traded Fund” dove per l’appunto “traded” significa “scambiati. Gli ETF sono caratterizzati dalla gestione passiva, nel senso che il loro obbiettivo è quello di replicare le performance di un benchmark ovvero di un indice o prezzo di riferimento. Per conseguire questo obbiettivo, i gestori del fondo compongono quest’ultimo in modo tale da cercare di replicare al meglio possibile tali performance. Il fondo si compone di più titoli e perciò offre diversificazione, ma al tempo stesso liquidità e praticità di scambio così come per i titoli azionari.
Gli ETF rappresentano quindi una interessante forma d’investimento, che alle modalità tradizionali aggiunge anche la possibilità di fare trading online tramite CFD, negoziando dal proprio computer, smartphone o tablet sfruttando una semplice connessione ad internet. Come vedremo, questi strumenti sono rivolti sia a chi desidera effettuare un investimento con obbiettivi a lungo e medio termine, sia per chi desidera effettuare un investimento a breve o brevissimo termine.
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Gli ETF non vanno confusi con i fondi comuni d’investimento o le Sicav, poiché come detto in precedenza gli ETF sono quotati in borsa e sono a gestione passiva. Il loro valore quindi non deriva dall’abilità di contrattazione del gestore del fondo, ma da quello dell’indice benchmark di riferimento. Il gestore quindi non ha interesse (come avviene nei fondi comuni d’investimento) a far sì che i titoli inclusi nel fondo rendano al massimo possibile, bensì che i titoli inclusi nel fondo riescano a far replicare al meglio possibile l’indice di riferimento. Quindi, non è per nulla importante quanto bene vada un ETF, ma quanto bene riesca a copiare il benchmark.
Al fine di far replicare al meglio possibile un ETF, il suo gestore dovrà effettuare tutte le operazioni necessarie affinché il valore dell’ETF non si discosti troppo da quello dell’indice replicato. Tali operazioni prendono il nome di “ribilanciamento”. Ovviamente, questo non sarà mai compito di chi investe o negozia, ma sarà soltanto ed esclusivamente compito del gestore.
Convenzionalmente, la differenza massima tra il valore della quotazione dell’ETF e quella dell’indice benchmark replicato dovrà essere necessariamente del 1-2% al massimo.
Una delle più comuni domande che ci si pone generalmente riguardo agli ETF riguarda i dividendi. Ebbene, va evidenziato che così come avviene per le azioni, anche gli ETF possono pagare i dividendi. Si tratta di una caratteristica in comune sia con i singoli titoli azionari, sia con i tradizionali fondi d’investimento che si compongono (anche) di azioni.
A tal proposito, tuttavia, va messo in risalto che esistono due tipologie di ETF con dividendi: gli ETF a distribuzione e quelli ad accumulazione.
Gli ETF a distribuzione vengono impostati in modo tale da pagare i dividendi periodicamente, solitamente ogni qual volta che vengono staccati e pagati dalla società emittente del titolo.
Gli ETF ad accumulazione, al contrario, sono impostati per dare più importanza al reinvestimento dei proventi degli stessi dividendi.
E’ utile sapere che alcune società d’intermediazione consentono di vendere ETF allo scoperto, ovvero offrire il servizio di “Short Selling”. Tale servizio non è da sottovalutare poiché potrebbe essere utile in una strategia di copertura. Tramite gli ETF allo scoperto si può aprire una posizione al ribasso, puntando cioè sul ribasso di un determinato ETF e del suo indice di riferimento.
Come vedremo in seguito, anche nel trading online di CFD si possono aprire sempre posizioni al rialzo e al ribasso su tutti i titoli e perciò anche su tutti i tipi di ETF (oltre che su tutte le azioni, valute, indici ecc.).
Gli ETF si possono suddividere anche in tre tipologie quali “standard”, strutturati e leveraged. Finora abbiamo visto cosa sono e come funzionano gli ETF standard, mentre qui di seguito presentiamo le caratteristiche delle altre due tipologie.
Gli ETF strutturati presentano le seguenti caratteristiche:
A differenza degli ETF standard, gli ETF strutturati presentano un modello matematico più complesso. Ad ogni modo, poiché i suoi meccanismi vengono stabiliti a priori (ad ogni avvenimento segue una precisa operazione), anche la gestione di tale fondo sarà di tipo passivo.
La riscossione delle quote degli ETF, a prescindere che gli ETF siano strandard o strutturati, funziona allo stesso modo. Le quote ETF possono venire create e riscattate continuamente da parte degli intermediari autorizzati, con alcuni requisiti: l’assicurazione che il prezzo di mercato sia comunque sempre corrispondente al Net Asset Value del fondo (NAV); la garanzia che (in special modo nel caso degli strutturati) l’ETF sia liquido quanto il mercato di riferimento.
Queste caratteristiche (soprattutto quella relativa al NAV) vanno a ridurre i rischi dell’investimento su ETF, sia che li si acquisti a premio, sia che li si venda a sconto.
Gli ETF consentono di investire su tutti i settori dell’economia a seconda dei propri interessi. Essi possono riguardare anche specifici paesi o specifiche zone, oppure riferirsi all’intero mercato.
Gli ETF azionari prendono come riferimento indici di azioni di un determinato paese oppure indici azionari internazionali. La composizione di un Exchange Traded Fund azionario può fare riferimento ad un indice relativo ad un determinato settore di produzione oppure a determinate zone geografiche.
Gli ETF su materie prime prendono come riferimento indici relativi a determinate materie prime, nel senso di futures oppure azioni di società che operano in un determinato settore di produzione relativo alla materia prima di riferimento.
Gli ETF obbligazionari fanno riferimento a indici che si compongono di obbligazioni di vario genere.
Gli ETF valutari fanno riferimento al mercato dei cambi di valute e ad indici ad essi dedicati (come quello di Morgan Stanley). Gli ETF su valute sono generalmente ritenuti adatti soprattutto per il trading piuttosto che per l’investimento.
Per completezza d’informazione riguardo all’argomento ETF occorre specificare il significato di alcune terminologie comunemente utilizzate e che quindi si possono trovare quando si consultano siti specializzati o articoli informativi dedicati. Tali terminologie includono:
Oggi è possibile negoziare su ETF online tramite strumenti finanziari, chiamati CFD, che grazie al meccanismo della leva finanziaria consentono di effettuare esposizioni su fondi di tipo ETF utilizzando tuttavia capitali molto più ridotti rispetto a quelli richiesti per l’investimento tradizionale. I CFD consentono di aprire posizioni al rialzo (long) o al ribasso (short) su tutti i CFD su ETF forniti dai broker online di CFD.
Per selezionare gli ETF su cui negoziare ed effettuare ordini al rialzo e ribasso occorre una piattaforma di trading, ovvero un software di negoziazione.
Tra le migliori piattaforme per fare trading su ETF consigliamo:
Nella ricerca dei migliori ETF vanno considerati sempre e in primo luogo alcuni fattori. Ad esempio, i rendimenti degli ETF, espressi in variazioni percentuali, possono valere per periodi di tempo piuttosto brevi (es. mensili), oppure più lunghi (es. annuali). Per tale motivo, quando si consulta una lista contenente i migliori ETF è sempre bene comprendere a quale arco temporale faccia riferimento tale lista. Va evidenziato anche che ogni anno non mancano ottime opportunità di investimento che partono da una base mensile e continuano su base annuale.
Tra i più importanti e migliori gestori di Exchange Traded Fund va menzionata ad esempio la Blackrock, la più grande società d’investimento del mondo, che gestisce la famiglia di ETF denominata iShares, un tempo nota come WEBS, i cui ETF replicano indici azionari e obbligazionari.
Esempi alternativi agli iShares della Blackrock sono i ProShares (gestiti da una divisione del ProFunds Group), così come quelli offerti da diverse altre società d’investimento quali Lyxor, Securities, HSBC, Source, Amundi, JPMorgan, Invesco.
Per completare l’argomento sugli ETF va menzionato il mercato ETFplus, ovvero il mercato regolamentato telematico di Borsa Italiana dedicato allo scambio in tempo reale degli ETF normali e strutturati, ai quali si aggiungono gli ETF a gestione attiva. Sul mercato ETFplus gli etf vengono negoziati in Borsa allo stesso modo dei titoli azionari, perciò gli investitori possono procedere all’acquisto o alla vendita di ETF tramite i loro intermediari al prezzo di mercato, con il lotto minimo pari ad una quota.
Negli ultimi anni, sui mercati sono stati proposti anche gli ETF a gestione attiva o “attivi”, che a differenza dei loro simili che replicano “passivamente” un indice, si propongono di replicarli “attivamente”, ovvero con una maggiore discrezionalità e operazioni da parte dell’emittente. Gli ETF attivi, a differenza di replicare perfettamente un benchmark, hanno l’obbiettivo di ottenere performance superiori a quelle dell’indice di riferimento.