La borsa asiatica crolla. C'è motivo per dubitare del mercato?

Ma chi ha mai detto che fare trading binario vuol dire credere nel mercato? Se cominciamo a metterci d’accordo su questo tasto, allora le cose cambiano. Non andiamo più alla ricerca dei sistemi miracolosi per vincere perché è irragionevole cercarli.

Negli articoli precedenti, vi abbiamo dato l’idea di come molte volte chi fa trading binario non ha la minima cognizione di come funzioni il mercato e, non capendone nulla di economia politica né di statistica, quando si trova nelle mani roba come medie mobili, candele giapponesi, teoria delle onde di elliott, oscillatori ed i comuni indicatori di trading, si presume di avere tutto sotto controllo. Non vi stiamo dicendo che non funzionano, anzi. Vi stiamo solo fornendo delle alternative di pensiero per giungere a stilizzare il vostro modello di trading. Ma un modello di trading a partire da cosa si costruisce? A partire appunto dalla propria conoscenza del mercato, o al limite da ipotesi su di esso.

Perché i prezzi di mercato dovrebbero aumentare o diminuire? Cosa condiziona la reattività del mercato? Quali sono i nostri “market movers” di riferimento? E di certo non dobbiamo fare troppe ipotesi immaginarie che possono non corrispondere con la realtà, così come Walras faceva negli “Studi di Economia Sociale” dove ogni assunto era parte anche del suo ideale di società. Così, Leon Walras afferma: “Ecco la mia fede, la mia fede di scienziato e di filosofo, e la fiaccola della luce della quale io voglio percorrere con voi il campo dell’economia politica e della scienza sociale!”

Una possibile alternativa che vi renderà veri scalper è basato sul riconoscimento che metodi veri per sintetizzare il funzionamento del mercato non ve ne sono. In particolare, Paul K.Feyerabend ha posto le premesse per la teoria anarchica della conoscenza. Paul K. Feyerabend scrive in “Contro il metodo” delle parole molto importanti che prenderemo in considerazione: “Non dobbiamo richiedere che i processi di apprendimento siano strutturati in accordo con le categorie, le leggi e le percezioni che ci sono già familiari”.

Da un certo punto di vista, sì, non è detto che dobbiamo dubitare del mercato ma bisogna essere consapevoli delle asimmetrie informative che rendono incompleta la nostra conoscenza del mercato e su cui alcuni esponenti autorevoli si stanno concentrando. In particolare, Nathan Rosenberg, per il campo della tecnologia, ha concepito la cosiddetta black box o scatola nera, concetto molto applicato in via statistica, per riferirsi a tutte quelle grandezze che non possiamo estrapolare attraverso delle equazioni causali.

In questo è lecito, abbandonare ogni convinzione di fede in stilizzazioni di approcci metodologici che cercano di catturare, interpretare e leggere la storia dei prezzi e basarsi sulla pura osservazione estemporanea dei prezzi di mercato, “cavalcando l’onda” dei prezzi.