Scegliere la piattaforma di trading online non è mai stato facile e moltissimi trader hanno sempre avuto dubbi a proposito. I dubbi per la scelta della piattaforma di trading online (che esistono da sempre, vedi ad esempio Mercati24 che contiene una guida interessante) sono diventati ancora più forti negli ultimi giorni, con il fallimento della piattaforma Alpari.
La (brutta) storia di questa piattaforma è ormai nota a tutti: con la decisione storica della Banca centrale Svizzera di slegare il cambio del franco dall’euro, il valore della valuta elvetica ha subito un’impennata che quasi nessuno aveva previsto, arrivando a guadagnare anche il 40% rispetto alla moneta unica europea.
Come risultato, tutti coloro che erano short sul franco hanno perso molti soldi. Poco male, è la vita del trader quella di guadagnare e perdere a seconda dell’accuratezza delle previsioni che si fanno sui mercati finanziari. Per inciso, diciamo che coloro che avevano previsto un forte rafforzamento del franco rispetto alle altre valute, hanno guadagnato veramente molto. E se vogliamo ancora rigirare il coltello nella piaga, possiamo dire che era più che ovvio un rafforzamento del franco svizzero visto lo stato di salute eccellente dell’economia elvetica, soprattutto se lo confrontiamo con il penoso andamento dei paesi di area Euro. Il franco era debole solo per un intervento di tipo politico messo in atto dalla Banca Centrale.
Ma come è possibile che un normale movimento del mercato forex abbia determinato il fallimento di una piattaforma di trading importante come Alpari e il quasi fallimento di FXCM che si è salvata solo per l’intervento in extremis di un investitore?
Il problema è dovuto al fatto che le perdite di alcuni trader sono state così elevate da eccedere i depositi presenti sui conti. Per motivi non chiaramente comprensibili, poi, non sono scattati nemmeno gli stop loss, ingigantendo ancora di più le perdite. Ovviamente la piattaforma di trading ha dovuto sobbarcarsi tutte le perdite che eccedono i depositi dei clienti, con la conseguente bancarotta.
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Piattaforme trading online migliori
Quando leggiamo i consigli per scegliere una piattaforma per fare trading online, di solito troviamo che le migliori piattaforme sono autorizzate e regolamentate. Ma se andiamo a vedere, Alpari era regolamentata e autorizzata dall’ente in assoluto più severo al mondo, la Financial Conduct Authority britannica. Questo è comunque un bene per chi aveva soldi su Alpari. La regole della FCA sono estremamente rigorose e prevedono che il denaro dei clienti sia conservato in conti fiduciari separati rispetto a quelli del broker. Quindi tutti i clienti che avevano soldi presso Alpari, li riavranno indietro, prima o poi. Diciamo prima o poi perché è ovvio che le procedure burocratiche sono lunghe e complicate anche nell’efficiente Gran Bretagna.
Qual è stato il problema di Alpari? Il problema è stato di tipo tecnico perché gli stop loss non sono scattati al momento giusto ma anche strategico visto che la piattaforma non disponeva di un sistema di gestione del rischio.
Questa vicenda aiuta a farci capire che le migliori piattaforme di trading online non sono tutte le autorizzate. Quando si sceglie una piattaforma è assolutamente necessario valutare, ad esempio, la qualità del software di negoziazione e anche il modello di funzionamento.
E’ sempre consigliabile utilizzare, ad esempio, piattaforme che siano anche market maker piuttosto che ECN. Non è un caso che le piattaforme che hanno subito il colpo per la vicenda del franco svizzero siano tutte ECN.
Piattaforme trading italiane
I trader sono, giustamente, sempre alla ricerca di piattaforme di trading online italiane. Ma attenzione: qui non stiamo dicendo che la sede legale deve per forza essere in Italia, stiamo dicendo che la lingua in chi è scritta la piattaforma è l’italiano e che è possibile contattare con il supporto online in lingua italiana. Proviamo a pensare che cosa sarebbe successo se Alpari avesse avuto sede legale in Italia. I clienti avrebbero dovuto aspettare 8 o 9 anni per rivedere i loro soldi, con i tempi della Gran Bretagna, invece, possono riaverli in pochi mesi.
Tra l’altro ai sensi della direttiva MIFID, un broker che sia autorizzato e regolamentato in Gran Bretagna (o in qualunque altro Paese dell’Unione Europea) lo è automaticamente anche in Italia. E questo aiuta molto gli italiani perché la qualità delle piattaforme di negoziazione con sede all’estero è largamente superiore a quella delle piattaforme con sede in Italia, spesso legate a doppio filo a banche tradizionali.
Piattaforma trading online gratuita
Una delle caratteristiche che sempre ricerchiamo in una piattaforma di trading è il fatto che sia gratuita. Tutti i trader vogliono ormai lavorare esclusivamente con piattaforme di trading online gratis e sembra quasi che non ci siano più sul mercato piattaforme di trading a pagamento.
Ma quando possiamo dire che una piattaforma è davvero gratis?
Non basta che non si paghi nulla per l’iscrizione, una piattaforma gratuita non deve nemmeno applicare commissioni. Una piattaforma che applica commissioni sull’eseguito, ad esempio, in nessun caso può essere considerata gratis.
Si tratta invece di una piattaforma che applica dei costi sulle transazioni (costi che diciamo per inciso sono anche elevati).
L’unico costo che possiamo accettare e considerare come legittimo è lo spread che viene applicato dai broker per CFD.
Da notare che i broker CFD non applicano nemmeno uno spread e in questo caso possiamo parlare di assenza totale di commissioni di costi, impliciti o espliciti che siano.
Piattaforma trading online demo
Come possiamo valutare una piattaforme per il trading? Uno dei modi più facili è quello di utilizzare un conto demo. Un modo semplice, è vero, ma è affidabile? Dipende da quello che si intende. Se vogliamo valutare l’interfaccia grafica, sicuramente sì.
Ma se vogliamo valutare, ad esempio, la velocità con cui il broker esegue gli ordini sul mercato reale questo è più difficile, perché nelle demo le cose funzionano sempre (mentre il caso Alpari dimostra che quando si passa ai soldi veri possono sorgere degli intoppi più grandi di quelli che si immaginavano).
E’ importante aggiungere che le demo, in effetti, non sono nemmeno così utili come strumento di formazione. Il problema del conto demo è che si tratta di pura e semplice simulazione, i soldi in gioco non sono veri. Di fatto questo comporta che si perda tutto l’aspetto psicologico del trading, cioè la paura e l’avidità che in effetti condizionano pesantemente tutti coloro che operano con i soldi veri sui mercati finanziari. Quando si opera con soldi veri, poi, possono succedere avvenimenti imprevisti e dalle conseguenze spiacevoli (vedi proprio la vicenda del franco svizzero) che hanno impatti devastanti sui conti di trading.