Dopo Pasqua, cosa faranno i mercati?

Le vacanze pasquali sono terminate, ora il nostro compito è di analizzare che cosa ci aspetta nelle prossime sedute di borsa.

Partiamo come sempre dalla situazione internazionale, dalla decisione delle banche centrali per poi analizzare come si sono comportare i singoli comparti d’investimento e poi capire quindi in termini pratici come questo possa influire sui prezzi dei singoli indici azionari.

Quindi partiamo facendo il punto del comportamento delle singole banche centrali:

-Bce, la banca europea sta provando in tutti i modi a rilanciare l’economia europea, con piani espansivi molto forti. Recentemente ha portato i tassi in negativo con maggiore forza, ha deciso di acquistare i bonds anche delle corporate investment grade, ha aumentato la durata del quantitative easing. Nella realtà, tutte queste manovre però non stanno portando agli effetti sperati a nostro avviso per due ragioni evidenti. La prima, le banche stanno soffrendo moltissimo i tassi in negativo in termini di redditività, le banche hanno grande quantità di denaro, ma non sanno bene come allocarle, mentre vedono ridursi i margini dei mutui già in essere. Secondo aspetto che non è stato considerato, che gli investitori stranieri sembra che stiano disinvestendo dall’Europa, ricucendo, rientrando dei loro debiti fatti in euro probabilmente perché non credono che le azioni europee possano crescere (nella nostra sezione trading azioni trovi la lista delle azioni italiane descritte nel dettaglio). Questo aspetto sta avendo una forza tale per cui l’euro invece d’indebolirsi, continua a rafforzarsi, andando quindi in antitesi assoluta con la politica voluta dalla Bce. Quindi al momento ci troviamo in un momento di forte politica espansiva, ma con un mercato che boccia in pieno l’azione della banca centrale.

-Fed, la banca centrale americana ha di base, una politica molto restrittiva, con un plannig di rialzo dei tassi d’interesse molto intenso. Nell’ultima riunione pero questa politica ha subito una battuta d’arresto, con la Yellen e soci che hanno deciso di ridurre il numero dei rialzi da 4 a 2 in un anno e questo nel breve ha dato fiato al mercato, ma si tratta comunque sempre di un piano aggressivo di restrizione monetaria a fronte di una politica comunque espansiva. Al momento il dollaro ha reagito male con segnali evidenti d’indebolimento, mentre il mercato azionario continua nella sua salita e l’indice Sp500 si avvicina in zone di prezzo molto sensibili.

-Giappone, qui abbiamo una situazione molto critica, la peggiore a nostro avviso. Infatti abbiamo una politica di quantitative easing super accomodante con volontà di aumentarla e una economia reale che continua a dare segni di debolezza profonda, con rallentamento economico. L’economia è tornata in recessione, con uno Yen che non solo non si svaluta, ma addirittura segue il processo opposto. Qui abbiamo il segno più evidente che le politiche di easing in particolare di tassi negativi risultano essere davvero un fallimento cronico.

-Gran Bretagna, qui la situazione anche risulta essere molto difficile per due ragioni principali. La prima ragione, relativa alle promesse di un rialzo dei tassi che poi non è mai avvenuto, questo ha creato la necessità per molti operatori di riposizionarsi sulla sterlina inglese.Secondo punto fondamentale legato oggi alla Brexit, ossia la paura che l’Inghilterra esca dall’Unione Europea.Il Referendum relativo a questa opzione ci sarà a fine Giugno e la tensione più ci si avvina alla data è più si fa alto.

Dal punto di vista pratico che cosa stiamo notando?

-Mercati emergenti che hanno finito di recuperare, almeno nel breve termine.

-Materie prime che hanno finito la loro fase di recupero e ora si apprestano a forte discese dopo i rialzi quasi verticali egli ultimi mesi.

-Indici azionari che iniziano a dare segni di difficoltà, soprattutto quelli europei, con il settore bancario in testa che mostra grossi segni di debolezza.

Vendiamo ora ad analizzare più nello specifico i tre indici che noi seguiamo direttamente:

-Sp500, i prezzi sono ancora forti anche si notano i primi segnali di debolezza.I livelli da monitorare con attenzione, il livello di 2060 al rialzo, ossia se verrà superato anche questo livello i prezzi andranno al livello di 2090 prossimo livello di resistenza.

-Ftse Mib, qui la situazione risulta esser già molto più deteriorata.Infatti abbiamo visto già nella fine della settimana una certe debolezza per il listino italiano che ora rischia di perdere livelli importanti. Nel dettaglio va monitorato con grande attenzione il livello di 1800 al ribasso, infatti una chiusura al di sotto di quel livello vorrebbe dire fine del movimento dir rimbalzo per il listino italiano e inizio di un forte movimento ribassista con i prezzi che andranno certamente la di sotto dei recenti minimi visti a 14000 mila punti. Al rialzo invece abbiamo il livello di 19200 da monitorare come livello per un rialzo dei prezzi significativo.

-Indice Giapponese, si trova al momento in mezzo al guado, con una forza media tra Sp500 e Ftse Mib. I livelli da monitorare sono i seguenti. Al rialzo il livello di 17300 superato il quale si avrebbe una prosecuzione del movimento rialzista degli ultimi mesi in caso contrario le rotture invece del livello di 16500 decreterebbe la partenza dello scenario ribassista.